Visualizzazione post con etichetta Manduria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Manduria. Mostra tutti i post

sabato 28 marzo 2020

PRIMITIVO MONDO NUOVO 2015 - MORELLA

Stavolta ci spostiamo in una delle zone d’elezione del primitivo, a Manduria (provincia di Taranto), dove Gaetano Morella e sua moglie, Lisa Gilbee, sono tra gli interpreti di punta del territorio. 
Lisa, enologa australiana, e il marito Gaetano, agronomo, dopo essersi conosciuti nel 2000 fondano l’azienda nel 2001, spinti dalla comune passione per il mestiere di vignaiolo e dall’amore per queste terre. Morella fin da subito ha messo al centro del suo progetto i vigneti e le diverse specificità del territorio, con l’obiettivo di amplificare il più possibile il carattere dei vari cru. Negli anni Lisa e Gaetano hanno acquistato vecchie parcelle vitate probabilmente destinate all’abbandono, di fatto contribuendo a tenere in vita le storiche tradizioni viticole locali. 

Foto prese dalla pagina Facebook aziendale

Oggi nei venti ettari a disposizione producono ogni anno circa 30.000 bottiglie frutto di un approccio in vigna ecosostenibile (l’azienda lavora in Biodinamica certificata). Il risultato sono vini a base primitivo che esprimono la polpa e l’esuberanza tipiche del vitigno, ma su un versante di freschezza, dinamismo ed eleganza. 


Primitivo Mondo Nuovo 2015 - Morella 
Le uve provengono da una vecchia vigna di 1.5 ettari piantata ad alberello 70 anni fa e ubicata in contrada Mondonuovo. Nel 2015 sono state prodotte circa 2.000 bottiglie. 
Il suolo di questa contrada, a differenza degli altri cru aziendali (che insistono su terra rossa), è più sciolto e profondo, quasi di colore bianco per l’elevata presenza di calcare. 
In cantina la pressatura avviene per il 10% a grappolo intero, mentre i restanti grappoli vengono diraspati in tini aperti e pressati con un torchio idraulico. Il mosto fermenta a contatto con le bucce per circa due settimane – con quattro follature giornaliere – e in seguito viene travasato in tonneaux da 500 lt (con una piccola percentuale di legno nuovo) dove il vino affina per quattordici mesi. Segue assemblaggio in vasca di cemento e imbottigliamento a caduta senza filtrazione. Il vino affina ulteriori dodici mesi in bottiglia prima di essere commercializzato 
Nel bicchiere si presenta con un colore invitante: rubino vivo a acceso. Apre su sentori di frutti rossi e violetta, molto lampone, anche ciliegia, poi ginepro e toni speziati balsamici. Rispetto ai primi assaggi di fine 2018 e di inizio 2019 ha fatto un passo indietro la nota vanigliata, che ha dunque permesso di emergere al frutto e alle spezie. 
Al palato è ricco, ma senza eccessi alcolici, molto reattivo e dinamico, innervato da tannini decisi e maturi, seppur non asciuganti, e da un’acidità pimpante. Tonico e contrastato, possiede un lato persino verticale pur restando molto succoso. 
Una traduzione rispettosa del territorio che potrà dare ancora tante soddisfazioni negli anni a venire.