lunedì 20 aprile 2020

ETNA ROSSO DON MICHELE 2016 - TENUTA MOGANAZZI

Tenuta Moganazzi è un piccolo podere situato sul versante nord est del’Etna in frazione Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia. Ricade per la maggior parte in C.da Moganazzi (8 ettari) e in piccola parte in C.da Rampante (2,5 ettari). 
Tutto ha inizio nel 1950 quando Michele Pennisi, cardiologo, inizia a dedicarsi alle vigne nel tempo libero. Michele all’epoca non produce vino, si limita alla vendita delle uve, ma dal 1994 viene affiancato dal fedele fattore, Vito, con cui inizia a produrre poche bottiglie quasi per gioco. Nel 2006 Michele viene a mancare e il figlio Vincenzo - geologo - ne raccoglie il testimone, iniziando un nuovo percorso produttivo e commerciale. Il nome dei vini - Don Michele – è dunque un chiaro omaggio al padre, che per tanto tempo ha amorevolmente custodito quelle vigne. 
Nel 2012, però, Vincenzo scompare prematuramente e oggi sono i suoi due fratelli Giusy e Giuseppe (biologa l’una, medico l’altro), con le rispettive famiglie, a tenere viva questa storia di passione famigliare. 

Le due foto dei vigneti sono state fornite dall'azienda

Il clima dell’area è unico. Le elevate altitudini regalano importanti escursioni termiche tra giorno e notte in un contesto di bassa piovosità. I vigneti della Tenuta, situati a 650 metri di quota e coltivati in conduzione Biologica certificata, vengono allevati con il sistema ad alberello etneo e hanno un’età media di circa 70 anni, con la presenza di ceppi centenari. Le vigne affondano le radici in suoli vulcanici, basaltici, ricchi di silice e minerali. Le varietà sono quelle tipiche della zona: nerello mascalese, nerello cappuccio, carricante e catarratto, da cui vengono prodotte tre etichette: il Don Michele Bianco, il Don Michele Rosato e il Don Michele Rosso, per una produzione annua di poche migliaia di bottiglie totali, perché buona parte delle uve viene ancora venduta. 


Etna Rosso Don Michele 2016 – Tenuta Moganazzi 
Ottima annata sull’Etna, il 2016, equilibrata, ma che nei vini ha comunque accentuato il lato fresco, grazie ad acidità superiori alla media e a concentrazioni alcoliche inferiori. 
Come da tradizione etnea questa etichetta è un blend di nerello mascalese (90%) e nerello cappuccio (10%). Dopo la vendemmia manuale le uve vengono pigia-diraspate e il mosto è trasferito in vasche di acciaio inox per la fermentazione a temperatura controllata e successiva macerazione sulle bucce di circa 15 giorni. Il vino viene poi travasato in barriques esauste di rovere francese per un affinamento di circa 8 mesi. Segue imbottigliamento e ulteriore affinamento di alcuni mesi in vetro. 


Bel colore rubino luminoso dai lievi riflessi aranciati. Il naso è giocato principalmente su fragranze fruttate di ciliegia, lamponi e ribes nero, cui fanno seguito toni floreali di geranio e richiami balsamici di erbe aromatiche. L'olfatto si apre poi su toni speziati quasi pungenti di pepe bianco, con sottofondo di vaniglia e di grafite. 
Il sorso attacca affusolato, ma si sviluppa teso e nervoso con un tannino graffiante e una piacevole sapidità che danno soddisfazione a tavola. Il finale, asciutto e agrumato, offre ritorni retro-olfattivi tra il frutto e una sensazione lievemente boisè.

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