giovedì 8 ottobre 2020

IN VERTICALE

Finalmente riprendono le nostre degustazioni in presenza. Protagonista Willi Schaefer con il suo Graacher Domprobst Kabinett degustato in sette annate (comprese tra la 2017 e la 2007) nella affascinante Villa Barattieri di Albarola (Vigolzone, Pc). Willi Schaefer giustamente gode ormai della fama di fuoriclasse imprescindibile per capire ciò che la Mittel Mosel può offrire: il concetto di intensità senza peso espresso in forma liquida. La combinazione di aerea leggerezza ed energia propulsiva che trovano la quadratura del cerchio.


Willi, in azienda dal 1971, dal 2002 è affiancato dal figlio Christoph che ormai da cinque anni gestisce ufficialmente tutte le operazioni insieme a sua moglie, Andrea. 
Sede aziendale a Graach, tra Bernkastel e Wehlen, con 4.2 ettari vitati totali nel cuore della Mosella da cui si ottengono circa 30-35.000 bottiglie annue; le parcelle principali, di due ettari ciascuna, si trovano nel Graacher Domprobst ("Grand Cru" su suoli argillosi ricchi di ardesia grigio-bluastra di cui Schaefer è ormai nome di riferimento) e nel Graacher Himmelreich (vigna molto ampia con alcune parcelle che si avvicinano alle potenzialità del Domprobst ed altre di livello inferiore) con presenza di vigne centenarie e a piede franco, ma gli Schaefer possiedono anche 2.000 metri quadrati nel Wehlener Sonnenuhr.


Fermentazioni con lieviti indigeni in vecchi fuder da 1.000 litri e affinamento sulle fecce fino alla primavera successiva alla vendemmia (gli imbottigliamenti in genere avvengono nel mese di maggio).
 


GRAACHER DOMPROBST KABINETT - Willi Schaefer

2017 
Partenza col botto, con un grande Kabinett di altissimo livello, molto giovane, contratto e parzialmente chiuso al naso, ma veramente di alto lignaggio. Sotto toni di lieve chiusura sulfurea emerge un lato agrumato di lime e mandarino, più toni di pesca gialla. Intenso e scalpitante al palato, quasi potente a dispetto della sua bassa % alcolica e della sua leggerezza, regala un’articolazione dinamica e ricca di sprint. Finale molto lungo con colpo di coda energico e affilato, incisivo e rinfrescante. Gran vino. Elettrizzante. 

2016 
Più aperto e quieto del precedente. Il naso esibisce già lievi cenni idrocarburici, ma si apre comunque a un profilo abbastanza complesso tra pera, pompelmo, fiori gialli e spezie. Sviluppo gustativo ben bilanciato con un lato delicatamente morbido e composto che però, a confronto con il vino che lo precede, appare quasi rilassato. Ampio, più che profondo.
Rassicurante. 

2015 
Si risale di tono grazie a una versione che combina la leggerezza del Kabinett con l’intensità e la complessità di una Spätlese. Apertura su scie floreali, di pesca bianca ed erbe aromatiche (anice, melissa), agrumi, cera d’api e zafferano. L’attacco gustativo è quasi grasso, ma trova subito una grande succosità e una freschezza notevole. Finale molto lungo che chiude su toni appena accennati di caramello.
Completo. 



2014 
Il lato idrocarburico è ben integrato con i toni di fiori bianchi, pompelmo e mandorla, più un tocco di croccante alle nocciole che emerge con l’ossigenazione. Bocca relativamente semplice ed esile, ariosa e vivida, anche se più corta dei vini precedenti.
Gustoso. 

2013 
Altro anno dispari, altra annata pimpante e luminosa. Pesca gialla, radice di liquirizia, ribes ed erbe aromatiche a dominare il quadro aromatico con un lieve fondo di zafferano. Palato di buona presenza, subito rinfrescato da toni agrumati. Finale lungo, reattivo e scattante che fa danzare il vino sulla lingua.
Elegante. 



2009 
Si salta qualche vendemmia e si scavalla il confine dei dieci anni. Altra grande bottiglia. L’approccio al naso è subito minerale e si divide tra sensazioni di polvere da sparo, gesso e pietra focaia, più tocchi di idrocarburi, pesca bianca, erbe secche balsamiche e spezie. Dinamico e scattante con un tocco di crema pasticcera che contrasta la viva acidità. Finale fresco molto succoso, intenso, speziato e preciso. Complesso. 

2007 
Con la bottiglia più datata si va indietro di tredici anni. Il naso, elegante e stratificato, si apre su toni di pera, limone, pesca gialla, cumino e canfora, con contorno balsamico e lievemente fumè. 
Il palato incede con bella vitalità gustativa, ma con andamento apparentemente compassato, per lo meno più morbido rispetto al 2009, animato da scie sapide vivaci e forse senza lo sprint del campione. Prossimo all’apice della sua parabola espressiva.
Composto.



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