domenica 22 marzo 2020

ECHEZEAUX GRAND CRU 2007 - DOMAINE FOREY

Unico, piccolo strappo alla regola di scrivere delle bottiglie stappate a casa in questo periodo. Questa non è una bottiglia assaggiata nei giorni di isolamento, bensì poco prima della serrata generale. Una delle ultime condivisioni enoiche insieme ad amici, alla Trattoria San Giovanni di Piacenza, fatte prima di barricarsi in casa. 
Domaine Forey Père et Fils è una realtà fondata nel 1840 a Vosne-Romanée (Côte-d’Or, Borgogna) dal bisnonno di Régis Forey, in azienda dal 1987 e alla guida delle operazioni dalla vendemmia 1989. Dopo varie acquisizioni effettuate nel corso degli anni, vedi alla voce Echezeaux e Les Gaudichots (quest’ultimo fino al 1936 faceva parte de La Tâche), l’estensione vitata attuale è di circa 10 ettari tra proprietà e affitto. 


Nel Grand Cru Echezeaux possiede in tutto 0.38 ettari (sui circa 36 del Cru, quindi più o meno l’1%) all’interno delle parcelle argillose Les Treux e Clos Saint-Denis, non tra le più pregiate del Cru, nella sezione a sud est, delimitate a nord dal Grands Echezeaux e da Les Suchots (1er Cru di Vosne-Romanée) a sud. Un terzo delle vigne è del 1949, mentre gli altri due terzi sono stati piantati nel 1974 e nel 2004. 

Elaborazione (si fa per dire) da www.bourgogne-wines.com

Echezeaux Grand Cru 2007 – Domaine Forey 
Dopo raccolta manuale e cernita su due appositi tavoli (il secondo dei quali acquistato proprio poco prima della vendemmia 2007) il vino entra in cantina senza l’ausilio di pompe (altra novità della vendemmia in questione) e svolge tre giorni di macerazione a freddo seguiti da fermentazione di circa 25 giorni a contatto con le bucce, malolattica in barriques (la % di legno nuovo varia dal 20% al 50% in base all’annata) e affinamento in barriques di circa 18 mesi. Imbottigliamento senza chiarifica, né filtrazione. 
Colore concentrato che anticipa un naso di frutta matura, di ciliegia e lampone, che con l’ossigeno vira sulle spezie dolci e fa trasparire toni di asfalto bagnato. Il carattere aromatico è generoso e ampio, ma tutto sommato fine. 
La struttura gustativa è ricca e carnosa, solida e compatta. Attacca avvolgente con una lieve sensazione di grassezza, ma incede con precisione sorretta da tannini vellutati e sapidità che ravviva. Ben piantato, riesce comunque a controllare la potenza e a combinare i muscoli con una certa eleganza, regalando un finale di buona profondità.
Frutto di un’annata dalla gestione complicata, è ben fatto e piacevole, anche appagante, tuttavia non sembra avere il guizzo del fuoriclasse che ci si aspetterebbe a tali livelli di gerarchia borgognona.

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