martedì 14 aprile 2020

GRAN CUVÈE XXI SECOLO 2012 - D’ARAPRÌ

Quando nel 1979 Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore (tre amici accomunati dalla passione per il vino e per il jazz) hanno deciso di fondare d’Araprì e produrre solo Metodo Classico a San Severo (Foggia) con i vitigni tradizionali bombino bianco e bombino nero, probabilmente non sono stati pochi quelli che li hanno presi per matti. 
Eppure la scommessa è stata ampiamente vinta e da parecchi anni ormai i tre (recentemente affiancati dai rispettivi figli) non sono più solo i paladini del Metodo Classico in Puglia, ma tra i principali interpreti del Metodo Classico da vitigni autoctoni. 


La prima vendemmia ufficiale è stata la 1985 e negli anni ‘90 la superficie vitata di d’Araprì (a proposito, il nome deriva dalle iniziali dei loro tre cognomi) si è ampliata alle varietà montepulciano e pinot nero. Oggi le vigne coprono ventidue ettari nella zona di San Severo, a pochi chilometri dal Gargano e dal Mare Adriatico, e permettono di produrre ogni anno circa 100.000 bottiglie che vengono conservate nelle cantine collocate in una serie di tunnel sotterranei sotto il centro storico del paese. 
La maggior parte dei vigneti è a pergola pugliese (sistema che ombreggia parzialmente i grappoli impendendone le scottature da sole) in un’area ventosa e poco piovosa che presenta suoli calcareo argillosi di medio impasto. 

Le foto della vigna e del grappolo di bombino sono prese dal sito internet aziendale

Gran Cuvée XXI Secolo brut 2012 – d’Araprì 
Prodotta solo nelle migliori annate, la Gran Cuvée XXI Secolo proviene da un mix di bombino bianco, pinot nero e montepulciano delle Contrade San Biase, Cotinone e San Matteo, esposte a sud – sud ovest a 80-100 metri slm. 
Le diverse varietà sono state raccolte separatamente (fine agosto pinot nero, meta settembre bombino bianco e fine settembre-inizio ottobre Montepulciano) e, dopo vinificazione in acciaio e assemblaggio nella primavera successiva alla vendemmia, ciascuna delle 7.000 bottiglie prodotte ha riposato sui lieviti a una temperatura di 13° C per andare incontro alla sboccatura nel 2019 dopo oltre 60 mesi di affinamento. 


Bel colore giallo luminoso con riflessi dorati, al naso esprime potenza e una certa larghezza di toni che, tuttavia, sono di elegante evoluzione e non cadono nella stucchevolezza. Si spazia dunque dal pan brioche all’albicocca, dal tabacco agli agrumi maturi, con toni netti di confettura di mela e pera e una sottile vena di erbe aromatiche a rinfrescare il tutto. 
Come anticipato dal lato aromatico, il palato esibisce ampiezza e una struttura cremosa, ma con un’acidità salata che lo percorre dall’inizio alla fine e garantisce una chiusura piacevolmente asciutta e decisa. 
Complesso e appagante.

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